http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/issue/feed indiscipline - rivista di scienze sociali 2024-04-08T19:01:51+02:00 Martina Galli ufficiostampa@morlacchilibri.com Open Journal Systems <p class="p1">La rivista vuole essere espressione di <em>libertà scientifica</em>. Libertà da cosa? In prima battuta dai processi di valutazione, anche se non dalla valutazione in quanto tale, in primo luogo quella dei nostri lettori. Il gruppo di coordinamento e, se necessario, quello dei collaboratori si incaricheranno di valutare i materiali raccolti. Intenzionalmente, non ci siamo dati comitato scientifico ed editoriale. <span class="s1">Il nome sottolinea l’intenzione di uscire dai reticoli organizzativi divenuti tipici delle riviste accademiche e dalle metodologie della loro classificazione, che spesso rendono complicate le procedure e periferico il ruolo delle redazioni e dei consigli scientifici. </span>Speriamo di fare un buon lavoro, onesto, intelligente e anche un po’ provocatorio. Ma, detto in estrema sintesi, non ci interessa la logica corrente dell’eccellenza.<span class="Apple-converted-space"> </span></p> <p class="p2">In secondo luogo, <em>libertà dai confini disciplinari</em>. La nostra è una rivista semestrale <em>open access </em>di scienze sociali: il concetto è sufficientemente chiaro da non richiedere, per lo meno in un editoriale, dotte disquisizioni. Saremo ben felici di recensire lavori interdisciplinari, che si muovono ai confini dei saperi; lavori diversamente orientati – dal punto di vista degli approcci e dei paradigmi scientifici e culturali – che affrontano i medesimi problemi; oppure, più semplicemente, lavori disciplinari che portano contributi importanti alla conoscenza della realtà sociale.<span class="Apple-converted-space"> </span></p> http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/347 L’imperialismo del neoliberismo e il ‘deflazionismo’ delle scienze sociali 2024-03-25T11:06:59+01:00 Laura Pennacchi laurapennacchi48@gmail.com <p class="p1">È difficile dissentire dall’allarmata valutazione di Ambrogio Santambrogio secondo cui “questi anni di neoliberismo hanno visto un offuscamento della funzione sociale delle nostre discipline” (Santambrogio 2023, p. 125), quasi scomparse dal dibattito pubblico. Ed è altrettanto difficile contestare la sua convinzione che oggi, “in preda ad un disorientamento collettivo senza precedenti”, è giunto il tempo di riproporsi la questione del ruolo dell’intellettuale e di mettere al servizio della collettività un “sapere critico” rinnovato (<em>ivi</em>, p. 128). Su analoghe basi, Mirella Giannini auspica che venga colmata “l’assenza dalla scena pubblica di quella valutazione critica degli effetti negativi sulla società” (Giannini 2023, p. 130) indotti dalle nuove tecnologie e dalle trasformazioni del lavoro in passato prerogativa degli scienziati sociali e che, in particolare i sociologi, tornino a “sollevare pubblicamente questioni in grado di sfidare poteri ortodossi e logiche dogmatiche” (<em>ivi</em>, pp. 131-132).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Laura Pennacchi http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/356 Cosa raccontano le statue? 2024-03-25T11:47:17+01:00 Michele Andronico micheleandronico@alice.it <p class="p1">Un libro che si articola in scene non può che essere un racconto visuale, quasi un’opera lirica. E come un’opera lirica inizia la lettura, con la prima scena che ha titolo ‘La danza delle statue’. Questo libro ci conduce nella danza e nel canto di queste statue-simbolo, dalla ideazione alle fasi della costruzione, dell’installazione e delle successive vicende che hanno portato alcune di esse dallo sfavillante onore del piedistallo pubblico a quello della polvere di strada. Ovvero, come nel caso del Generale Robert Lee, dall’oblio dei vinti alla riabilitazione nella galleria dei vincitori, alla successiva deposizione per un atto di un’autorità giurisdizionale o per azioni di ribellione sociale. Alessandra Lorini narra le loro vicende, accompagnandole con immagini essenziali, foto che ci riportano, nell’immediato, al contesto storico di riferimento.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Michele Andronico http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/357 Emotional sharing: diventare soggetti singolari e fare comunità aperta 2024-03-25T12:01:41+01:00 Laura Gherardi laura.gherardi@unipr.it <p class="p1">Come si diventi soggetti singolari è questione transdisciplinare per eccellenza, laddove la soggettivazione implica una processualità che ha a che fare con lo scioglimento, l’instaurarsi, il modificarsi dei legami intersoggettivi.</p> <p class="p2">Il libro <em>Periagoge</em>, oggi tradotto in inglese in un’edizione completamente rivista rispetto alla sua prima uscita in italiano, contiene l’articolata risposta che Guido Cusinato offre alle domande: come prende forma la singolarità? Quali relazioni possono incubarne la fioritura? In che modo la società contemporanea influenza tale processo? La prospettiva di fondo è che il processo di singolarizzazione della persona non prende forma nella lotta per il riconoscimento sociale, ma nelle cadute, nell’affrontare le crisi e le rotture, e questo non in modo solipsistico, ma attraverso pratiche di <em>emotional sharing </em>(cfr § <em>Ontology of Singularity and Practices of Emotional Sharing</em>, p. 8 e ss.).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Laura Gherardi http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/358 Contro il taylorismo digitale. Perché e come governare l’asimmetria di potere e informazioni tra aziende e lavoratori/ lavoratrici 2024-03-25T12:06:22+01:00 Luciano Petullà luciano@lucianopetulla.net <p class="p1">Nella vita delle persone, il lavoro ha un ruolo essenziale sia dal punto di vista pratico – acquisire un reddito, conseguire competenze e capacità, strutturare il tempo – che di crescita personale e sociale – diversificazione dell’esperienza, ampliamento dei contatti sociali, rafforzamento dell’identità sociale. Tutto ciò che influenza il mondo del lavoro, anche nella sua capacità di redistribuire ricchezza nella comunità, ha quindi risvolti sociali così importanti che ogni cambiamento all’orizzonte è motivo di dibattito e preoccupazione. Tra i temi che ultimamente tornano come fonte di inquietudini vi è quello dell’automazione, spinta dall’avvento delle nuove e sofisticate tecnologie dell’Intelligenza Artificiale (IA). Alimentata e addestrata da quantità incommensurabili di dati registrati e raccolti su ogni sorta di fenomeni e attività svolte nel nostro vivere digitale, l’IA incorporata in agenti fisici (robot) e immateriali (applicazioni software) automatizza e integra compiti e procedure lavorative sempre più complesse. Il pericolo reale di un più o meno imminente restringimento delle possibilità di impiego umano in molti ambiti, inclusi quelli di natura prettamente intellettuale, ha stimolato un gran numero di analisi e pubblicazioni.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Luciano Petullà http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/336 La valutazione della ricerca valutata attraverso una ricerca 2024-03-25T10:04:22+01:00 Davide Borrelli davide.borrelli@unisob.na.it <p class="p1">La monografia di Juan Pablo Pardo-Guerra sul “ricercatore quantificato” fornisce un prezioso contributo di riflessione su un tema assai dibattuto e controverso nel mondo universitario, ossia su come e con quali effetti i dispositivi di valutazione standardizzata della qualità della ricerca, condotti da un’agenzia nazionale appositamente istituita, tendono a condizionare nel lungo periodo l’organizzazione e la produzione del sapere, incidendo sulle pratiche, sulle priorità e sulle poste in gioco della vita accademica. Lo studio, che si concentra in particolare sui ricercatori britannici di scienze sociali (economia, antropologia, sociologia e relazioni internazionali), è tanto più interessante per i lettori italiani in quanto l’architettura del nostro sistema di valutazione (che sottopone tutti gli accademici a periodici esercizi di valutazione con lo scopo di guidare l’allocazione finanziaria alle relative strutture ‘premiando’ quelle che risultino migliori) è stata progettata in larga misura ad imitazione del modello adottato nel Regno Unito (dal <em>RAE </em>all’attuale <em>REF</em>).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Davide Borrelli http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/337 Technocracy calling: la normalizzazione del paradigma tecnocratico nei governi in Italia 2024-03-25T10:10:41+01:00 Fabio Carbone fabiocarlos89@libero.it <p class="p1">Il volume di Diego Giannone e Adriano Cozzolino si propone di essere un manuale capostipite di una matura stagione di studi sul ruolo dei governi tecnocratici nei processi di trasformazione degli assetti politico-istituzionali dello Stato italiano nell’ultimo trentennio. Il titolo del libro fa riflettere provocatoriamente sulla normalizzazione del principio aristocratico e meritocratico dell’<em>expertise </em>negli ingranaggi della democrazia rappresentativa italiana. Fin dal principio, gli Autori chiariscono che la tecnocrazia non si configura come <em>antitesi </em>della politica, ma come politica fatta con altri mezzi.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Fabio Carbone http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/338 Il merito contro la democrazia 2024-03-25T10:15:33+01:00 Salvatore Cingari salvatore.cingari@unistrapg.it <p class="p1">Nel gran parlare che si fa oggi di egemonia della cultura di destra, un ruolo significativo lo sta giocando il nome di Giuseppe Prezzolini. Nel 2014, l’attuale ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, ha curato e introdotto la riedizione di una raccolta di scritti dell’intellettuale vociano risalente al 1971, intitolata <em>Manifesto dei conservatori</em>. In essa una delle parole chiave è sicuramente quella del merito, agitato in contrapposizione frontale ai coevi dilaganti processi di democratizzazione in Italia e nel mondo. Soffermarsi su quelle pagine, può essere utile per capire perché oggi il merito è al centro delle agende politiche volte a mantenere le attuali gerarchie sociali.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Salvatore Cingari http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/339 Progettati per le disuguaglianze: miti e fallimenti dei test di valutazione standardizzata 2024-03-25T10:21:10+01:00 Rossella Latempa rossella.latempa@gmail.com <p class="p1">La pubblicazione della seconda edizione del libro dell’attivista e ricercatore americano Wayne Au, <em>Unequal by design: High-Stakes Testing and the Standardization of Inequality</em>, rappresenta un’occasione importante per riflettere su un tema che in Italia fatica ad occupare il dibattito pubblico: la persistenza dei test standardizzati nelle politiche scolastiche degli ultimi decenni. Il discorso sulla scuola italiana appare infatti completamente saturato da pochi nuclei tematici ricorrenti: centralità dello studente, valutazione formativa, orientamento, apertura al territorio, competenze.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Rossella Latempa http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/340 Ricerca, merito, valutazione: i cortocircuiti dell'Università 2024-03-25T10:26:58+01:00 Andrea Lombardinilo andrea.lombardinilo@unich.it <p class="p1">Con l’introduzione delle procedure di accreditamento, valutazione e autovalutazione dei corsi di laurea e delle sedi universitarie, e con l’entrata a regime degli esercizi di valutazione della ricerca, senza contare l’Abilitazione scientifica nazionale e la classificazione delle riviste scientifiche, il sistema universitario italiano ha visto progressivamente ridursi i margini di autonomia nella programmazione e nella gestione delle attività didattiche, scientifiche e amministrative, sottoposte al rispetto di parametri qualitativi e vincoli autorizzativi che hanno contratto, se non esautorato, gli spazi di manovra un tempo concessi dalla legge 168 del 1989.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Andrea Lombardinilo http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/341 La denuncia antimeritocratica di don Tonino Bello 2024-03-25T10:31:46+01:00 Ouns Mornagui o.mornagui@studenti.unistrapg.it <p class="p1">In <em>Contro la società del sorpasso</em>, Enrico Mauro distingue il concetto di merito da quello di meritocrazia e lo fa attraverso un’accurata analisi dei testi di don Tonino Bello, vescovo molto impegnato nel sociale e critico rigoroso di una società consumistica, materialistica, edonistica, esibizionistica, una società ispirata al culto della meritocrazia, nonostante egli non abbia mai usato questo termine. Obiettivo del saggio è denunciare, attraverso i vocaboli che don Tonino usa, la vigente società meritocratica e trovare mattoni linguistici nuovi per costituire una società alternativa, basata cioè su ideali che non si discostano molto da quelli espressi nella nostra Costituzione.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Ouns Mornagui http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/342 Il dominio dei Ranking 2024-03-25T10:37:16+01:00 Antonio Zapelli antoniozapelli@gmail.com <p class="p1">Dimmi i tuoi numeri e ti dirò chi sei: potrebbe essere la macabra sintesi del nostro tempo, dominato dal bisogno di classificazione e categorizzazione. Ma qual è l’origine di questo bisogno? Una premessa al discorso che fanno gli autori del testo è che la complessità del presente ha assunto diverse e molteplici forme, come l’elevatissimo tasso di informazioni offerte a raffica ed estorte alle singole soggettività o, ancora, l’intenso livello di pervasività del meccanismo di sorveglianza, fondato sul vedere e sull’essere visti. Con-vivere in un simile ambiente significa dover ricorrere a riduzioni, compressioni, tagli.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Antonio Zapelli http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/348 Epistemologie non-occidentali nel dibattito italiano 2024-03-25T11:11:41+01:00 Gennaro Ascione drgennaroascione@gmail.com <p class="p1">Nel campo delle scienze sociali, la nozione di epistemologia viene invocata in modo sempre meno tecnico, per riferirsi sia ai fondamenti teorici sia alle risorse intellettuali che è necessario interpellare tanto per legittimare prospettive e metodi tra loro divergenti quanto per problematizzarne limiti evidenti od orizzonti plausibili. In Italia, tale attitudine argomentativa risuona con la complessa costruzione polifonica del dibattito internazionale sull’epistemologie delle scienze umane e&nbsp;sociali. Nel contesto che emerge oggi da questa intersezione tra la riflessione occidentale sui regimi di validità della conoscenza e la tradizione nazionale degli studi filosofici sulla scienza, il volume curato da Luca Cabassa e Francesco Pisano per Mimesis edizioni è un contributo necessario per l’apertura di uno spazio di confronto transdisciplinare in lingua italiana orientato al futuro, a partire da alcuni dei temi che attraversano la produzione dei saperi nell’attuale fase di transizione storico-mondiale, caratterizzata da epocali trasformazioni nelle strutture di produzione del sapere. “Per chi comincia oggi a studiare epistemologia – avvertono i curatori – in un’Università italiana, è opportuno individuare strade alternative a un insegnamento accademico spesso legato a programmi culturali di corto respiro, disorganici e, nei casi peggiori, obsoleti rispetto a una discussione che, data la dipendenza dai molteplici fattori complessi in gioco nell’attualità delle pratiche scientifiche, può ormai svolgersi solo su un piano internazionale” (p. 9).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Gennaro Ascione http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/349 La barbarie del finanzcapitalismo 2024-03-25T11:16:35+01:00 Gianfranco Bettin Lattes g.bettin@gmail.com <p class="p1">Nel breve spazio di tempo di un lustro Luciano Gallino pubblica, con l’editrice Einaudi, tre libri interdipendenti: <em>Finazcapitalismo. La civiltà del denaro in crisi </em>(2011); <em>Il colpo di Stato di banche e di governi. L’attacco alla democrazia in Europa </em>(2013); e <em>Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti </em>(2015). A distanza di otto anni dalla sua scomparsa (8 novembre 2015), Paola Borgna, allieva prediletta, riorganizza in questo unico volume alcuni capitoli prelevati dai volumi originari, seguendo un percorso analitico articolato in tre parti. La brillante e partecipata <em>Presentazione </em>di Borgna si intitola non a caso <em>Costruire risposte alla domanda ‘Che fare?’ </em>perché ripropone il senso di fare sociologia, lo stile di lavoro e l’essenza del metodo di Gallino, un autore ostile alle nicchie scientifiche, alla frammentazione dei saperi, sperimentatore di fecondi e originali sconfinamenti disciplinari, ma soprattutto ‘sociologo pubblico’, strenuo titolare di un’etica cognitiva che sapeva e che voleva intrecciare la ricerca scientifica con l’intervento politico. Nel volume viene esplorato a fondo quel processo strutturale che si apre nel 2007-2008, definito Grande Crisi, mettendo a fuoco: a) “scenario e trama”, vale a dire le dinamiche tramite cui opera la mega-macchina del finanzcapitalismo; b) gli attori economici e politici e le modalità che alimentano diseguaglianze estreme e lo smantellamento dello stato sociale; c) la doppia crisi del capitalismo che salda crisi economica e crisi ecologica.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Gianfranco Bettin Lattes http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/350 Della trasparenza amministrativa e del suo valore paradigmatico 2024-03-25T11:21:36+01:00 Fulvio Cortese fulvio.cortese@unitn.it <p class="p1">Quanto, e come, cambia l’azione pubblica? Il quesito, se posto solo astrattamente, non è di semplice soluzione. Per lo più, inoltre, quando lo si affronta sul piano concreto, ci si sofferma su singoli e recenti mutamenti di carattere legislativo o giurisprudenziale. Oppure, all’opposto, ci si impegna, come accade sempre più spesso negli ultimi anni, in analisi caratterizzate dall’enfasi sull’impatto disorientante della scienza e della tecnologia, quale suscitato dalla considerazione di qualche specifica e problematica fattispecie: quasi a suggerire che ci si trova di fronte a mutamenti di contesto talmente profondi dal dimostrare di per sé un’efficacia trasformativa tanto de-formalizzante quanto inarrestabile e irriducibile. Nel mezzo di queste due tendenze – che, in definitiva, finiscono per risultare venate da un evidente occasionalismo – è ricorrente il tema delle riforme: l’alpha e l’omega, da più di trent’anni,&nbsp;di qualunque discorso sull’amministrazione e sulle diverse e plurali istanze che ne esigono, a più riprese, l’ammodernamento e l’efficientamento. Con l’effetto, tuttavia, di richiedere l’immancabile (l’ennesimo?) intervento normativo. Il punto è che la misura del cambiamento – di <em>qualsiasi </em>cambiamento – è difficile da registrare in presa diretta. E che spesso occorre attendere un po’ di tempo e spingersi in meditazioni più accurate di quelle che l’urgenza o la contingenza stimolano senza sosta. Ciò che occorre, in altri termini, è coltivare <em>un </em>campo, frequentarlo e curarlo regolarmente, e raccoglierne i frutti.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Fulvio Cortese http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/351 La società rimodellata dai fumetti 2024-03-25T11:25:43+01:00 Stefano Cristante stefano.cristante@unisalento.it <p class="p1">Che cosa significa fare sociologia “con” i fumetti? Significa innanzitutto utilizzare i fumetti come medium per descrivere e interpretare la società, cioè per fare sociologia. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i tentativi di realizzare appositamente storie a fumetti in grado di illustrare ricerche e tematiche di tipo sociologico e, più in generale, ispirate alle scienze sociali.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Stefano Cristante http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/352 La conoscenza: i problemi, gli strumenti 2024-03-25T11:29:43+01:00 Paolo Montesperelli paolo.montesperelli@uniroma1.it <p class="p1">Chi non frequenta assiduamente la metodologia della ricerca sociale potrebbe chiedersi perché un noto metodologo, quale è Alberto Marradi, dedichi ben due libri a questioni gnoseologiche; e qualcuno potrebbe aggiungere che, semmai, l’epistemologia è più affine alla metodologia. In realtà, il rapporto fra gnoseologia, epistemologia, metodologia è del tipo genere-specie; ossia la conoscenza scientifica e il suo metodo rappresentano una ‘sublimazione’ derivata dai processi conoscitivi più generali: questa derivazione vale sia per le scienze fisico-naturali, sia per quelle storico-sociali. Per questo motivo, già quattro decenni fa Marradi parlava di concetti, relazioni fra concetti, asserti,&nbsp;etc. nella prima parte di un manuale (Marradi 1984) ad alto impatto formativo e che ha inaugurato una concezione innovativa e critica della metodologia. Altre tappe importanti sono un articolo su referenti, pensiero e linguaggio (Marradi 1994), una rilettura gnoseologica di Weber (Marradi 2007a) e un nuovo manuale più ampio del precedente (Marradi 2007b); sicché possiamo considerare i due recenti volumi la <em>summa </em>di una pluridecennale riflessione.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Paolo Montesperelli http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/353 Una lettura critica di Max Weber 2024-03-25T11:34:24+01:00 Francesco Sidoti francesco.sidoti@univaq.it <p class="p1">Nella rinascita della sociologia italiana dopo il 1945, il confronto con Max Weber ha costituito un passaggio obbligato. Franco Ferrarotti, Alessandro Pizzorno, Francesco Alberoni, Franco Leonardi, Renato Treves, in breve la prima generazione dei padri rifondatori si è misurata apertamente con Weber per tante pagine e in vari volumi. Diversi fattori spingevano in tal senso: all’esterno della disciplina era weberiano il magistero pressante di Pietro Rossi e Norberto Bobbio; all’interno della disciplina il paradigma parsonsiano esercitava in Italia la stessa imponente influenza che esercitava in tutto il mondo. Negli Stati Uniti esistevano alternative a Parsons, ma comunque mettevano Weber al centro della sociologia: Charles Wright Mills offriva un’alternativa di sinistra radicale, ma per molti profili era un weberiano; Don Martindale offriva un’autorevole ricostruzione della disciplina, distinta da quella parsonsiana, comunque dava a Weber un posto centrale. La situazione italiana era destinata a raccogliere pienamente questo aspetto dell’egemonia culturale americana. Infatti, la sociologia prefascista era stata massacrata da Benedetto Croce e Vilfredo Pareto con giudizi oggi raramente ricordati, anche se per certi versi non mancano d’attualità.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Francesco Sidoti http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/354 Tecnofeudalesimo o tecnoassolutismo? 2024-03-25T11:38:44+01:00 Fabrizio Tonello fabrizio.tonello@unipd.it <p class="p1">Da parecchi anni ormai, gli studiosi hanno la sensazione che le categorie usate per descrivere la società siano diventate inadatte a descrivere il mondo attorno a noi. Zygmunt Bauman, per esempio, ha dato forma a quei sentimenti di incertezza e paura per il futuro che milioni di persone hanno provato negli ultimi trent’anni proponendo la metafora della “modernità liquida”, definita come “la crescente convinzione che il cambiamento sia l’unica permanenza e l’incertezza l’unica certezza” (Bauman 2012, Foreword, Kindle Edition). Ma è davvero così? I dati sulla mobilità sociale ci mostrano società occidentali rigide con scarse, o nulle, possibilità di miglioramento della propria condizione per la maggior parte dei cittadini. È questa situazione che Yanis Varoufakis descrive con l’etichetta “tecnofeudalesimo”. “L’umanità sta per essere conquistata da qualcosa che posso solo descrivere come una forma tecnologicamente avanzata di feudalesimo” scrive Varoufakis (p. 24), secondo il quale il capitalismo oggi “viene rovesciato” da una nuova forma economica: il&nbsp;tecnofeudalesimo. E conclude con un’affermazione lapidaria: “Il capitale esiste e prospera ancora, anche se il capitalismo non esiste più” (p. 55).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Fabrizio Tonello http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/355 Quanto c’è di moderno nella tarda modernità? La sociologia come scienza della crisi 2024-03-25T11:42:21+01:00 Lorenzo Viviani lorenzo.viviani@unipi.it <p class="p1"><em>Late Modern in Crisis. Why We Need a Theory of Society </em>è un dialogo fra due Autori che negli ultimi anni hanno contribuito a riportare la sociologia al centro del dibattito sui cambiamenti sociali e politici, senza il timore di riaffermarne la voce sui grandi temi. L’obiettivo non è solo proporre una specifica lettura della modernizzazione, ma riprendere la sfida epistemologica di una sociologia capace di svincolarsi dai “fili eterogenei dell’esperienza quotidiana”, e di farsi interprete del mutamento sociale in un insieme “scientificamente supportato e significativo” (p. 3). Ciò che ne emerge è un confronto serrato, e tutt’altro che scontato nelle sue parti&nbsp;di convergenza e in quelle di reciproca critica, che approfondisce sia le analisi che Andreas Reckwitz (Reckwitz 2012; 2017; 2019) e Hartmut Rosa (Rosa 2013; 2016; 2018) hanno sviluppato nelle loro pubblicazioni sulla modernità, sia il richiamo identitario ed epistemologico della sociologia di fronte alle sfide della società contemporanea. Per entrambi, la sociologia nasce e si sviluppa come ‘scienza della crisi’, e pur con un fondamento empirico necessario, necessita di sviluppare una propria capacità di connotarsi teoricamente come scienza sistematica della società nella sua totalità. Non si tratta di dismettere la complementarità di empiria e teoria, bensì di ribadire che la teoria della società è in grado di contrastare il canone che deriva in particolar modo dalle più recenti evoluzioni del mondo sociologico anglosassone, e più in generale dal tributo alla iper-specializzazione empirica sul modello delle scienze naturali e dal <em>new public management </em>delle istituzioni universitarie.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Lorenzo Viviani http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/331 Il dibattito sulla meritocrazia in Brasile 2024-03-25T09:27:02+01:00 Sávio M. Cavalcante saviomc@unicamp.br <p class="p1">La meritocrazia ha occupato un posto importante nel dibattito pubblico e nelle lotte politiche negli ultimi dieci anni in Brasile. Non si comprende l’offensiva delle nuove destre (neoliberali, conservatrici e neofasciste) contro i governi del Partito dei Lavoratori (PT) (2003- 2016) senza considerare l’accesa disputa ideologica sui princìpi di giustizia e i diversi sensi del merito. La condizione del mercato editoriale nel periodo esprime bene il carattere conflittuale del processo. Da un lato, si è creato uno spazio senza precedenti per un nuovo liberal-conservatorismo che rilancia un’idea di meritocrazia compatibile con valori radicalmente antiegalitari (Rocha 2021).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Sávio M. Cavalcante http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/332 Il merito come norma immanente dell'ordinamento cinese? 2024-03-25T09:42:44+01:00 Davide Clementi d.clementi1@unimc.it <p class="p1">Il lavoro di Bell è stato il primo ad aver enunciato, attraverso le lenti dello studioso occidentale che vive e lavora in Cina da oltre un decennio, una teoria politica di governo ‘alla cinese’, che possa fungere da criterio per valutare i progressi (e i regressi) compiuti dall’ordinamento della Repubblica Popolare in rapporto al modello democratico occidentale. Il testo ha stimolato un acceso dibattito dottrinale (He et al. 2016; Huang 2019; Xia 2022) nel quale non sono mancate aspre critiche nei riguardi dell’autore, in ragione di alcune posizioni reputate apologetiche del governo (a partito unico) cinese.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Davide Clementi http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/333 Cosa c'è di meritevole nella meritocrazia? 2024-03-25T09:49:55+01:00 Marco Damiani marco.damiani@unipg.it <p class="p1">Da qualche decennio, ma con una consistente accelerazione nel corso degli ultimi anni, il termine meritocrazia viene frequentemente utilizzato nel dibattito pubblico e nel linguaggio politico. In tal senso, la meritocrazia assurge a criterio da taluni ritenuto adeguato e utile alla ripartizione di premialità, responsabilità e incarichi sulla base di competenze oggettive e misurabili. In Italia, il governo Meloni si è spinto fino a modificare (non senza polemiche) la denominazione del <em>Ministero dell’Istruzione </em>in <em>Ministero dell’Istruzione e del Merito</em>. Al riguardo, alcuni osservatori non hanno mancato di evidenziare l’inadeguatezza del termine affiancato alla funzione scolastica, producendo questo, di fatto, un divario sconveniente tra meritevoli e non meritevoli, e rischiando con ciò di trascurare l’obiettivo primario della scuola di ogni ordine e grado, fondato sulla volontà di creare occasioni di apprendimento ottimali per tutti gli alunni, in modo da poterli inserire dentro un percorso di crescita culturale concepito in condizioni di sostanziale parità.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Marco Damiani http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/334 Merito e cittadinanza, un binomio impossibile 2024-03-25T09:54:53+01:00 Pippo Russo giuseppe.russo@unifi.it <p class="p1">Cittadinanza e merito. Un binomio facile da enunciare, ma molto complicato da elaborare. In linea di principio, e nei termini della sua lettura <span class="s1">42 indiscipline rivista di scienze sociali – n. 7, anno IV, 1.2024 </span></p> <p class="p1">sociologica, il profilo di cittadinanza dovrebbe avere carattere individuale e universale, come si ricava dalla seminale lezione pronunciata da Thomas Humphrey Marshall alla fine degli Anni Quaranta dello scorso secolo (Marshall 1992). E per quanto indiscutibile sia l’ampio mutamento intercorso da allora, quell’impronta d’individualità e universalismo dovrebbe restare immutata.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Pippo Russo http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/335 Eccellenza, responsabilità, meritocrazia. Sul bordo della società post-industriale 2024-03-25T09:59:35+01:00 Pasquale Terracciano pasquale.terracciano@uniroma2.it <p class="p1">Merito è sempre di più una categoria fondamentale del nostro presente. Politici di tutte le parti la reclamano nei propri programmi, ne denunciano la mancanza in quelli degli altri. Prima ancora che il nuovo Ministero dell’Istruzione si rinominasse Ministero dell’Istruzione e del Merito, il leader di un movimento politico ora all’opposizione aveva già annunciato nella scorsa legislatura la creazione di un Ministero della meritocrazia. Si tratta solo degli ultimi anelli di una lunga catena. La valorizzazione del merito è stato in effetti uno dei tratti più comune dei discorsi delle classi dirigenti dell’ultimo quarantennio a tutte le latitudini.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Pasquale Terracciano http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/343 Re-reading Karl Polanyi’s The Great Transformation 2024-03-25T10:41:08+01:00 Gareth Dale gareth.dale@brunel.ac.uk <p class="p1">In 1886, Karl Polanyi was born into a world that was changing in ways that resonate today. The first decades of the twenty-first century have witnessed a polycrisis that brings together a multitude of strains: staggering levels of inequality, sluggish GDP growth, catastrophic harms to the natural world, and intensifying volatility as world order lurches from US domination toward multipolarity. Economic nationalism has reappeared in the form of protectionism and trade wars. Political nationalism is resurgent too, often wearing authoritarian populist clothes. Conspiracy theories proliferate, linking vaccination paranoia to anti-semitism to a nefarious globalist elite.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Gareth Dale http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/344 Karl Polanyi pense-t-il la technique ? 2024-03-25T10:47:15+01:00 Jérôme Maucourant jerome.maucourant@univ-st-etienne.fr Nadjib Abdelkader abdelkader.n@protonmail.com <p class="p1">Karl Polanyi est souvent présenté, à raison, comme l’un des penseurs les plus éminents de la <em>société de march</em>é. La justesse de ceci pourrait toutefois occulter sa réflexion sur la technique. La présente contribution vise à mettre en évidence ses intuitions à ce sujet. Pour appréhender à sa juste valeur l’apport de l’historien-économiste hongrois, il faut donc articuler avec minutie les dimensions du <em>Grand Marché </em>et celle du système technicien. Même de caractère tardif, on peut à bon droit parler d’éléments de <em>technocritique </em>développés dans les années 1950. Le lecteur attentif pourrait même en retrouver certains germes dans <em>La Grande Transformation </em>(parue en 1944) ou dans un texte juste postérieur (1947), où il note déjà une “soumission volontaire et il faut le dire enthousiaste de l’homme aux besoins de la machine” (Polanyi 1947, p. 505). Mais, c’est essentiellement durant la dernière période de sa vie, passée en Amérique du Nord, que les progrès techniques suscitèrent en lui beaucoup d’interrogations approfondies et d’inquiétudes manifestes. Toutefois, il ne céda jamais au désespoir ou à des rêveries imprégnées d’une mentalité obscurantiste ou ‘anti-science’. La critique de la technique n’est pas, en effet, rappelons-le, une dogmatique de refus de la technique en elle-même ou de ses progrès.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Nadjib Abdelkader, Jérôme Maucourant http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/345 La critica al determinismo economico come spazio ermeneutico per le scienze sociali 2024-03-25T10:56:35+01:00 Mariavittoria Catanzariti mariavittoria.catanzariti@eui.eu <p class="p1">La critica di Polanyi al determinismo economico appare particolarmente legata alla funzione delle scienze sociali, nonostante tale nesso sia piuttosto sottostimato. È mirabile, al contrario, il contributo curato da Mirella Giannini sull’idea di ‘socialità come antidoto all’economicismo’ (2020). Si intende qui riflettere su questa connessione a partire dagli scritti di Karl Polanyi sul determinismo economico (Polanyi 1947a; 1947b; 1971; 1977) e sulle scienze sociali (Polanyi 2013). Il pensiero di Polanyi è infatti apprezzabile da diversi angoli visuali e in diverse prospettive. La nota critica al determinismo economico sembra poter aprirsi a nuovi orizzonti ermeneutici, alla luce di una lettura&nbsp;sincretica degli scritti sulle scienze sociali, che si propone a mo’ di ipotesi speculativa sulla produzione di Polanyi meno nota, cionondimeno rilevante.</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Mariavittoria Catanzariti http://riviste.morlacchilibri.com/index.php/indiscipline/article/view/346 L'economia in questione. La teoria comparativa di Karl Polanyi 2024-03-25T11:02:22+01:00 Michele Cangiani cangiani@unive.it <p class="p1">La definizione delle caratteristiche che connotano in generale la società di mercato ovvero capitalistica, differenziandola da ogni altra società, è l’interesse costante di Karl Polanyi. Ciò si riscontra nella sua opera più nota, <em>La grande trasformazione</em>, così come nella sua ricerca successiva, in cui egli chiarisce e mette alla prova la sua concezione e il suo metodo. Due riferimenti significativi, per cominciare: non casuali, benché non gli unici possibili. Il primo è una sintetica enunciazione di Bronislaw Malinowski di quel che risulta dalle sue ricerche sulle popolazioni indigene della Melanesia: “Norme consuetudinarie o comunque stabilite, idee magiche e mitologiche inseriscono in un sistema i loro sforzi economici e li organizzano su base sociale” (Malinowski 1921, p. 7). “Gli elementi economici entrano nella vita tribale in tutti i suoi aspetti – sociali, consuetudinari, giuridici e magico-religiosi – e sono a loro volta controllati da questi” (<em>ivi</em>, p. 15).</p> 2024-04-08T00:00:00+02:00 Copyright (c) 2024 Michele Cangiani