Paolo Pecere, La natura della mente. Da Cartesio alle scienze cognitive, Carocci, Roma, 2023, pp. 284.

Autori

  • Maurizio Bonolis

DOI:

https://doi.org/10.57611/qts.v2i2.302

Parole chiave:

mente, Cartesio, scienze cognitive

Abstract

Il libro di Paolo Pecere sulla Natura della mente si inserisce nel solco di uno stile di tematizzazione che vanta significativi precedenti e che può essere considerato, come in questo caso, uno sguardo disincantato sulla modernità del XX secolo. L’esempio più illustre, vero battistrada di questa linea di indagine, è probabilmente la riflessione, ad un tempo amara e ammirata, che Weber – nella celeberrima conferenza del 1919 – dedica al «progresso scientifico», precisando che esso «è una frazione, e senza dubbio la più importante, di quel processo di intellettualizzazione al quale andiamo soggetti da secoli». Qualcosa di analogo sosterrà Jon Elster a proposito di ciò che, nella teoria sociologica contemporanea, ha ispirato lungo i secoli il modello interpretativo (esso stesso weberiano) delle «conseguenze non intenzionali delle azioni intenzionali», proveniente dal sillogismo aristotelico, passando per i moralisti scozzesi e per il concetto marx-hegeliano di alienazione, fino alle versioni contemporanee della teoria della scelta razionale. Primo merito del libro di Pecere, da segnalare subito, è quindi, analogamente, quello di proporre una storicizzazione della filosofia della mente, mettendo in luce come la nascita, o meglio, il consolidamento delle scienze cognitive intorno alla seconda metà del XX secolo, in forma di paradigma (p. 179), è solo il precipitato di un itinerario secolare del pensiero, che trova origine nella classicità greca e che in un certo senso esplode, diffondendosi pervasivamente nel Novecento, fino ai nostri giorni, ove l’avventura è comunque tutt’altro che conclusa.

Riferimenti bibliografici

Paolo Pecere, La natura della mente. Da Cartesio alle scienze cognitive, Carocci, Roma, 2023, pp. 284.

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Pubblicato

2023-12-14