Archivio

  • Cum-Scientia
    V. 4 N. 7 (2022)

    In questo numero si dà particolare risalto alla critica del riduzionismo antropologico: Francesco Bellino contesta il riduzionismo antropologico, a muovere dalla critica che Wittgenstein fa a Frazer, applicando anche in campo antropologico la teoria dei giochi linguistici. Federico Divino approfondisce il nesso tra crisi e nichilismo indagando le implicazioni filosofiche dell’antropologia di De Martino. Francesco Bottaccioli mostra come l’immunologia contemporanea offra alla riflessione teoretico-filosofica uno sguardo che induce a ripensare problemi centrali come quelli dell’olismo, del riduzionismo, la concezione dell’individuo e della sua relazione con l’ambiente. Nell’annotazione teoretico-critica, infine, Rinaldi focalizza il problema dell’identità nella teoresi di G. Gentile

  • Cum-Scientia
    V. 4 N. 8 (2022)

    In questo numero a fare da filo conduttore è il tema dell’unità che struttura e immane all’esperienza. Aldo Stella indaga teoreticamente i tre livelli in cui si struttura l’esperienza, marcando la differenza tra realtà oggettiva (l’innegabile, cui si rivolge l’intenzione di verità che struttura l’atto di coscienza) e realtà oggettuale. Paolo De Bernardi, nella prima parte di un saggio che verrà pubblicato in due momenti, indaga il nesso tra coscienza e Unità, in quella dialettica che trasforma la coscienza in Testimone e porta alla liberazione da ogni residua alterità. Piergiorgio Sensi mostra come un dialogo tra fisica e filosofia possa instaurarsi qualora venga riconosciuto il carattere strutturalmente relazionale (complesso) della realtà fisica e non venga pregiudizialmente misconosciuta la struttura della relazione stessa, che è il suo trascendersi. Francesco Gusmano affronta il tema del riduzionismo analizzando l’opera di P. Zellini, La dittatura del calcolo.

  • Cum-Scientia
    V. 5 N. 9 (2023)

    Questo numero di “Cum-Scientia” è interamente dedicato al pensiero di Giovanni Romano Bacchin, a sessanta anni dalla pubblicazione dei suoi primi scritti teoretici. Bacchin ha insegnato Filosofia della storia e Filosofia della scienza all’Università degli Studi di Perugia e Filosofia teoretica all’Università degli Studi di Padova, dove è stato allievo di Marino Gentile, insieme a Enrico Berti e Franco Chiereghin. Muovendo dalla scuola padovana di metafisica classica, rigorizzando il pensiero di M. Gentile, Bacchin volge il suo impegno teoretico a pensare l’integralità dell’esperienza nella sua pura problematicità e ad intendere la filosofia come sapere originario, ossia come inesauribile ricerca dell’innegabile fondamento anipotetico nonché come ricerca che si compie precisamente in virtù di esso. Questo numero della Rivista ospita contributi non solo di allievi del Maestro, ma anche di studiosi provenienti da altre prospettive filosofiche, interessati non di meno a confrontarsi con un pensiero universalmente riconosciuto come profondo tanto quanto originale.

  • Cum-Scientia
    V. 6 N. 10 (2023)

    Il filo conduttore delle indagini presentate in questo fascicolo è il nesso tra identità e alterità, ruolo della coscienza e del riconoscimento. Paolo De Bernardi presenta la seconda parte del suo lavoro (la prima era comparsa nel n. 8/22) centrato sul ruolo della coscienza nel processo di liberazione da ogni alterità e nell’attingimento dell’uno senza secondo. Mirko Dolfi indaga la struttura dell’identità “finita”, l’identità come differenza, e le conseguenti aporie del divenire nel pensiero di G. Gentile. Samuela Cantori analizza la logica del riconoscimento hegeliana, mostrando il nesso costitutivo tra intersoggettività e riconoscimento indispensabile alla deduzione dell’impianto etico dello spirito oggettivo. Nell’annotazione teoretico-critica Michele Lo Piccolo, in una serrata analisi della Critica del Giudizio di Kant, indaga il passaggio dal dominio della libertà al dominio della natura; il carattere antinomico della “ragione determinante” rappresenta la possibilità/necessità dell’ intervento del “giudizio riflettente”.

  • Cum-Scientia
    V. 7 N. 11 (2024)

    In questo numero a fungere da filo conduttore dei lavori pubblicati è il tema della relazione sottostante ad alcune “pratiche” filosoficamente rilevanti e al nesso con la totalità alla quale non possono non intendere di riferirsi.

    Piergiorgio Sensi svolge un’ampia indagine filosofica sullo "eidos" dell’insegnare, sulla particolare relazione che si costruisce intorno ai tre vertici del discente, del docente e della disciplina insegnata, all’interno della (accomunante) ricerca della verità (anche come autenticazione della propria esistenza finita) e ne mostra la strutturale istanza di trascendimento.

    Michele Lo Piccolo opera una rilettura della riflessione morale kantiana a partire dal punto di vista dell’idea del tragico, quale conflitto tra necessità e libertà, evidenziando sia il carattere problematico e conflittuale del rapporto tra di esse sia l’ impossibile determinazione “oggettiva” della moralità dell’azione.

    Aldo Stella avvia un profondo dialogo teoretico con Mattia Cardenas, a muovere dai temi fondamentali che egli propone nell’opera La filosofia come attualità della storia. Sul concetto di storia della filosofia nell’Italia del Novecento, in particolare il nesso di filosofia e storia, la distinzione di unità e unificazione, le nozioni di trascendentale e di immanenza e, infine, l’autodistinzione dello Spirito.