Il valore simbolico della disciplina del licenziamento
DOI:
https://doi.org/10.53145/indiscipline.v2i1.107Parole chiave:
reintegrazione, statuto dei lavoratori, riforma Fornero, jobs actAbstract
Negli ultimi 20 anni, le sanzioni contro i licenziamenti illegittimi sono diventate spesso oggetto di uno scontro ideologico, che ha portato a una sovrapposizione di interventi normativi, nel cui intreccio è difficile districarsi perfino per i giuristi più attenti. Per comprenderne appieno la portata, bisogna partire da molto lontano, dal 1970, allorché l’art. 18 della legge n. 300, meglio conosciuta come “Statuto dei lavoratori”, a conclusione delle disposizioni che per la prima volta sancivano la piena libertà sindacale in fabbrica, introdusse la reintegrazione nel posto di lavoro come sanzione contro il licenziamento illegittimo: da qual momento, nelle aziende di dimensioni medio-grandi ogni licenziamento dichiarato illegittimo dal giudice avrebbe comportato la condanna alla reintegrazione nel posto di lavoro e il pagamento di un’indennità di solito coincidente con le mensilità non lavorate per il periodo dal licenziamento alla sentenza. Insomma, fin dall’inizio, l’art. 18 è stato intimamente collegato alla tutela della libertà sindacale.
Riferimenti bibliografici
Stefano Giubboni, Anni difficili. I licenziamenti in Italia in tempi di crisi, Giappichelli Editore, Torino 2020
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- 2022-10-26 (2)
- 2022-04-25 (1)
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