Quello che non c’è: osservazione etnografica e ricostruzione storiografica

Autori

  • Gino Satta Università degli studi di Bari “Aldo Moro”

DOI:

https://doi.org/10.53145/indiscipline.v2i2.146

Parole chiave:

Sud, storiografia, etnografia

Abstract

Sappiamo che l’espressione “trilogia meridionalistica” con la quale per lungo tempo sono state identificate le etnografie di Ernesto de Martino era il frutto di una lettura semplicistica della sua opera, che ha a lungo pesato sulla sua ricezione. Evitando di ricadere in questa illusione prospettica, mi pare comunque utile ragionare su un aspetto delle tre etnografie che si presta a essere oggetto di comparazione, nel senso che a questo termine avrebbe dato lo stesso de Martino: un’operazione che ha a che fare tanto con il riconoscimento delle somiglianze quanto delle differenze individuanti.

Biografia autore

Gino Satta, Università degli studi di Bari “Aldo Moro”

Gino Satta insegna Discipline demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Lettere lingue arti – italianistica e culture comparate dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” (gino.satta@uniba.it).

Riferimenti bibliografici

Ernesto de Martino, Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria, Einaudi, Torino, 1958, pp. 440.

Ernesto de Martino, Sud e magia, Feltrinelli, Milano, 1959, pp. 205.

Ernesto de Martino, La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud, Il Saggiatore, Milano, 1961, pp. 457.

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Pubblicato

2022-10-25

Fascicolo

Sezione

Il classico in discussione