Popolo e classi dirigenti nella guerra moderna. Nota critica su Penser la guerre. Clausewitz di Raymond Aron
Parole chiave:
Guerra, élites, masseAbstract
Nel panorama delle scienze sociali, Raymond Aron (1905-1983) è sicuramente una figura di primo piano. Uno studioso e un intellettuale pubblico che non solo più di altri ha contribuito ad affermare un certo concetto di canone in sociologia – si pensi, in particolare, all’impatto del suo Le tappe del pensiero sociologico (1965) –, ma che, soprattutto, ha indicato un metodo di lavoro nell’utilizzo dei risultati degli studi dei così detti classici della sociologia, utile, innanzitutto, all’interpretazione dei fenomeni sociali attuali. Per Aron, infatti, la lettura di Comte, Weber o Marx è prevalentemente una lettura ri-teorizzante che, a partire dall’applicazione di rigorosi canoni filologici e di storia del pensiero, approda criticamente alla loro reinterpretazione in funzione delle esigenze della teoria politica e sociale. Se Robert K. Merton (1949) distingue non solo epistemologicamente, ma anche metodologicamente il piano della “storia del pensiero sociologico” (cultura umanistica) da quello della “sistematica della sociologia” (costruzione di una teoria scientifica, cioè empiricamente orientata), Aron attraversa questi confini costruendo un terzo spazio epistemologico in cui il secondo campo – che costituisce, in ultima analisi, il fine della sociologia – può svilupparsi solo se messo riflessivamente in relazione al primo.
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