Tra pacifismo assoluto e guerra di resistenza: il dilemma di Simone Weil
Parole chiave:
Pacifismo, guerra, resistenzaAbstract
A poco più di cent’anni dalla morte di Simone Weil, avvenuta a Londra nel 1943, i suoi scritti sulla guerra tornano d’attualità: che si parli dell’Europa orientale o del Medioriente, la parola guerra è infatti uno dei termini più presenti nei notiziari e nei discorsi del mondo post-pandemia. E la guerra porta con sé dilemmi di scelta che il passato ha già conosciuto: la sinistra francese, all’interno della quale Simone Weil cresce, è costretta a chiedersi se la pace sia un valore assoluto e la guerra vada sempre rifiutata, o se si debba far differenza tra guerra d’aggressione e guerra di difesa. Se la resistenza debba essere sempre preferibile alla resa, e non viceversa. Se le scelte di campo delle nazioni aggredite possano essere una forma di giustificazione alle violenze degli aggressori. Domande che oggi torniamo a porci, sia pure in contesti diversi, e che segneranno il sofferto percorso weiliano dal pacifismo assoluto all’appoggio altrettanto convinto al governo in esilio del generale De Gaulle.
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