Giovani in fuga o in trappola? Il filo spezzato con il futuro italiano
Parole chiave:
Giovani, cambiamenti demografici, precarietà esistenzialeAbstract
“Non sarà un’avventura, non è un fuoco che col vento può morire”, cantava Lucio Battisti nel 1969, in un’Italia che guardava con fiducia al futuro e vedeva nelle nuove generazioni il motore del cambiamento. Oggi, quel filo con il futuro sembra essersi spezzato e di quel fuoco resta solo una timida fiammella. Giovani e società in Italia tra XX e XXI secolo, curato da Laura Gobbi e Luca Gorgolini per il Mulino, ci offre una visione lucida e dolorosa delle trasformazioni radicali che hanno segnato la condizione giovanile negli ultimi decenni, di generazioni intrappolate in un Paese che fatica a riconoscerne il valore e le potenzialità. Il libro evidenzia chiaramente come i giovani italiani siano oggi più precari, disillusi e meno numerosi rispetto alle generazioni precedenti. È una precarietà non solo economica, ma esistenziale, sempre più cifra dell’oggi. La cosiddetta desincronizzazione delle soglie di passaggio (Galland 1993) aiuta a comprendere come i giovani raggiungano tappe fondamentali come l’indipendenza economica o la creazione di una famiglia molto più tardi rispetto ai loro genitori. Se nel 1860, a trent’anni, si era già raggiunto un traguardo importante e un secolo dopo si respirava un desiderio di autonomia, oggi quella stessa età rappresenta spesso l’incertezza. Si pensi al ritardo nell’ottenere un impiego stabile, passato dai 25 ai 30 anni negli ultimi decenni (ISTAT 2019).
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