Roberto Cipriani, L’incerta fede. Un’indagine quanti-qualitativa in Italia, Milano, FrancoAngeli, 2020, 499 pp.

Autori

  • Luca Guizzardi

DOI:

https://doi.org/10.57611/qts.v1i1.122

Parole chiave:

fede, qualità della ricerca, religione

Abstract

Il nuovo poderoso volume di Roberto Cipriani dedicato alla vita religiosa degli italiani si apre, a mio avviso, con un’insolita introduzione. Ci si potrebbe aspettare che un’opera dedicata al fenomeno religioso sia introdotta, per esempio, da una rilettura degli autori classici o da una rassegna della produzione scientifica più attuale. Invece, le prime quaranta pagine, se estrapolate dal resto del libro, potrebbero essere prese come prefazione a un ottimo testo dedicato alla metodologia della ricerca sociale. Infatti, l’Introduzione è una riflessione tanto molteplice quanto articolata sull’approccio qualitativo alla ricerca. In modo magistrale, Cipriani mette in dialogo la filosofia cartesiana con il pragmatismo di Pierce e con l’apporto della Scuola di Chicago. A ciò, bisogna aggiungere anche il contributo che Cipriani deriva da autori più recenti che hanno cercato di integrare le due ‘strade’ che la ricerca sociale può prendere – quella qualitativa e quella quantitativa – affinché – come scrive l’A., i dati numerici, accompagnati da elementi di natura qualitativa, siano utili alla logica della scoperta (p. 32). Cipriani è dell’avviso che “il connubio fra i due approcci” serva, prima di tutto, a realizzare quel compito che, spesso, la sociologia dimentica di avere, cioè la formulazione di previsioni specifiche.

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Pubblicato

2022-06-30