Tecnofeudalesimo o tecnoassolutismo?
Parole chiave:
modo di produzione, feudalesimo, capitalismo, autoritarismo, democraziaAbstract
Da parecchi anni ormai, gli studiosi hanno la sensazione che le categorie usate per descrivere la società siano diventate inadatte a descrivere il mondo attorno a noi. Zygmunt Bauman, per esempio, ha dato forma a quei sentimenti di incertezza e paura per il futuro che milioni di persone hanno provato negli ultimi trent’anni proponendo la metafora della “modernità liquida”, definita come “la crescente convinzione che il cambiamento sia l’unica permanenza e l’incertezza l’unica certezza” (Bauman 2012, Foreword, Kindle Edition). Ma è davvero così? I dati sulla mobilità sociale ci mostrano società occidentali rigide con scarse, o nulle, possibilità di miglioramento della propria condizione per la maggior parte dei cittadini. È questa situazione che Yanis Varoufakis descrive con l’etichetta “tecnofeudalesimo”. “L’umanità sta per essere conquistata da qualcosa che posso solo descrivere come una forma tecnologicamente avanzata di feudalesimo” scrive Varoufakis (p. 24), secondo il quale il capitalismo oggi “viene rovesciato” da una nuova forma economica: il tecnofeudalesimo. E conclude con un’affermazione lapidaria: “Il capitale esiste e prospera ancora, anche se il capitalismo non esiste più” (p. 55).
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