Per non confondere merito e dono, ma nemmeno merito e meritocrazia
Parole chiave:
Razionalità neo-manageriale, meritocrazia, fortunaAbstract
Luigino Bruni è un economista e uno storico del pensiero economico i cui ragionamenti chiamano sistematicamente in causa etica e studi biblici. È autore a dir poco prolifico, sicché non mi azzardo a dire che il libro in oggetto è il suo più recente. I suoi libri critici della meritocrazia non si contano: di recente, ho letto altri sedici suoi libri (due soli dei quali scritti con un coautore o una coautrice), di cui tredici contenenti ampi riferimenti alla meritocrazia. Quello in oggetto è uno dei suoi volumi in cui la critica della meritocrazia è più centrale. E ha molti punti di contatto, come l’autore chiarisce subito, con il suo unico volume interamente rivolto alla critica della meritocrazia, precedente di un anno, intitolato La civiltà della cicogna e sottotitolato Un’indagine storico-teologica alle origini della meritocrazia (probabilmente sono stati scritti in contemporanea). Ma entrambi, a loro volta, sono in più punti debitori di testi precedenti. Basti pensare che Critica della ragione manageriale è già il titolo dell’Introduzione di un libro del 2018 (Capitalismo infelice, sottotitolato Vita umana e religione del profitto).
Riferimenti bibliografici
Luigino Bruni, Critica della ragione manageriale (e della consulenza), Messaggero di Sant’Antonio, Padova, 2023, pp. 112.
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