La libertà, un equilibrio mobile lungo uno stretto sentiero
DOI:
https://doi.org/10.53145/indiscipline.v1i1.15Parole chiave:
nazione, libertà, potereAbstract
Ci stiamo avviando alla fine della storia, come pronosticava ormai oltre trenta anni fa F. Fukuyama, con un graduale ma irreversibile allinearsi di tutti i Paesi al regime liberal democratico degli Stati Uniti? O all’opposto, verso un mondo privo di ogni condiviso principio ordinatore, dove l’anarchia (R. Kaplan) la farà da padrona in una esaltazione di forza primordiale e di illegalità? O, terza opzione, verso un futuro in cui il controllo dell’intelligenza artificiale promuoverà l’affermazione delle dittature digitali (Y. N. Harari) che, assai più penetranti e invasive del grande fratello – che ci apparirebbe a quel punto come un benevolo consigliere –, ci detteranno non solo consumi e stili di vita, ma pensieri, interazioni, passioni?
Riferimenti bibliografici
Daron Acemoglu, James A. Robinson, La Strettoia, come le nazioni possono essere libere, il Saggiatore, Milano 2020.
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