Il mestiere di sociologo, dopo più di cinquant’anni
DOI:
https://doi.org/10.53145/indiscipline.v1i2.54Parole chiave:
epistemologia delle scienze sociali, rottura epistemologica, costruzione dell’oggettoAbstract
Per un giovane storico della filosofia è arduo discutere un libro fondamentale come Le métier de sociologue, per almeno due ordini di ragioni: da un lato, potrebbe apparire presuntuosa e fuori luogo l’idea di discutere un mestiere che non è il proprio, per quanto chi scrive cerchi di sviluppare un rapporto proficuo e operativo con la sociologia, o almeno con alcune sue specifiche tradizioni; dall’altro, vi è la portata teorica, pratica e più in generale storica del libro in questione a rendere l’impresa di fatto impossibile in poco spazio. Mi limiterò a ripercorrere la vicenda italiana del volume, contrappuntandola con quelli che a mio avviso sono i punti essenziali della nuova curatela francese.
Riferimenti bibliografici
P. Bourdieu, J.-C. Chamboredon, J.-C. Passeron, Le métier de sociologue. Préalables épistémologiques, texte présenté par Paul Pasquali, Éditions EHESS, Paris 2021
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