Politici, scienziati e società dello spettacolo

Autori

  • Fabrizio Tonello

DOI:

https://doi.org/10.53145/indiscipline.v1i2.77

Parole chiave:

comunicazione della scienza, società dello spettacolo, infrastrutture della conoscenza

Abstract

Anche le grandi tragedie, come la pandemia originata dal SARS-CoV-2, hanno i loro momenti di comicità. Non è quindi superfluo ricordare una dichiarazione dell’allora ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia: “Chiedo alla comunità scientifica, senza polemica, di darci certezze inconfutabili e non tre o quattro opzioni per ogni tema […]. Pretendiamo chiarezza, altrimenti non c’è scienza” (Corriere della sera, 13/4/2020). Prima di tutto la “comunità scientifica” è un soggetto che comprende i fisici nucleari, i biologi molecolari, gli ingegneri dei ponti, gli studiosi delle formiche rosse, gli antropologi, i medici competenti in varie dozzine di specialità diverse che non sempre dialogano tra loro e molti altri. In secondo luogo, l’idea che essa possa offrire “certezze inconfutabili” fa sorridere qualunque scienziato, visto che la scienza moderna è nata precisamente nel momento in cui alcuni eretici hanno iniziato a mettere in discussione le certezze inconfutabili della religione. Sarebbe troppo chiedere a Boccia (per formazione un politico/economista) di aver letto Thomas Kuhn o Paul Feyerabend, ma almeno si potrebbe pretendere da lui di non scambiare Anthony Fauci con il mago Otelma. 

Biografia autore

Fabrizio Tonello

Fabrizio Tonello insegna Scienza politica all’Università di Padova.

Riferimenti bibliografici

Gil Eyal, The Crises of Expertise, Polity Press, Londra 2019

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Pubblicato

2021-11-18

Fascicolo

Sezione

Note critiche