Aristotele e il linguaggio oggi
Parole chiave:
Linguaggio, logica, scienze socialiAbstract
La civiltà greca pone al proprio centro la parola. Messaggeri dell’Olimpo, oracoli, poeti e ‘folli’ recano parole divine e dunque fondamentali; nei testi omerici, fondanti la nostra civiltà, gli eroi si destreggiano con strategie oratorie in adunanze di vario tipo (cfr. p. es. Iliade I, 254-84: XVIII, 497-508); nella polis le assemblee, i tribunali e il teatro costituiscono le tre più importanti sedi della parola, ove la comunità dei cittadini si riconosce come tale (cfr. Habermas 2022, p. 405). Da qui la convinzione di Aristotele:l’uomo realizza la propria essenza – che è quella di ‘essere politico’ – partecipando alla pólis, e può farlo innanzi tutto perché possiede la parola, quindi è capace di significare, dichiarare, sancire, persuadere, discutere, dialogare. Pensiero e parole vivono in simbiosi: con una bella espressione, Platone definisce il pensiero come un dialogo dell’animo con sé stesso (Sofista, 263 E). Oggi Gadamer (1983) lo ripete quando afferma che noi pensiamo con le parole.
Riferimenti bibliografici
Aristotele, De Interpretatione, a cura di Dario Antiseri, Morcelliana, Brescia, 2021, pp. 128.
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